Dopo Spinea (6 ottobre), tredicesima ed ultima tappa di questo lunghissimo circuito del Grand Prix Giovani 2024, il 20 ottobre è terminata la Finale dei Circuiti a Lignano Sabbiadoro, all’interno di un palazzetto sportivo multifunzionale con pavimentazione in parquet. Una due giorni competitiva si, ma a squadre, con atleti del GPG mescolati ad atleti del CNO che insieme hanno dato vita ad un bello spettacolo. Tutto bello e colorato, ma… Ci sono sempre dei “ma”.

Cosa ci è piaciuto e cosa non ci è piaciuto di questa edizione del Grand Prix Giovani? Cosa possiamo evidenziare in modo positivo con l’auspicio che si ripeta l’anno venturo e cosa invece non preferiremmo ritrovare? Che suggerimenti possiamo dare a chi si occuperà di riorganizzare lo storico evento?
Bene. Lo abbiamo chiesto a chi questo GPG lo vive da genitore/accompagnatore, a chi, giovane atleta, in questo circuito ci corre, ma anche a qualche allenatore e non ci siamo fatti mancare pure qualche dirigente. Un campione ristretto che forse non è rappresentativo dell’ambiente globale del GPG, ma indicativo forse si.

Che quest’ultimo GPG sia stato eccessivamente lungo, sia per numero di tappe che per il periodo complessivo sembra essere un’opinione diffusa tra tutti ad eccezione dei ragazzi: loro vorrebbero correre sempre. La pausa che va da ora ai Campionati Italiani Indoor, che si disputeranno con ogni probabilità a febbraio 2025, forse troppo corta con altre gare nel mezzo già a calendario, richiama un argomento delicato qual è la preparazione atletica che mal si concilia coi tempi ristretti tra periodi di “carico” e “scarico”. Ma di preparazione atletica bisogna parlarne con competenza e cognizione di causa quindi il tema verrà affrontato prossimamente coinvolgendo personale qualificato. Comunque, anche senza essere esperti di scienze motorie, possiamo dire che un calendario di gare così fitto sia un po’ “lunghetto”? 13 sono state le tappe del GPG quest’anno a cui si sommano le gare dei Regionali e, per una buona parte degli atleti, le gare dei campionati Italiani. Si dirà: non è obbligatorio partecipare a tutte le gare tanto vengono presi in considerazione solo i 6 migliori punteggi che poi, per motivi vari (meteo) sono stati 5 mentre per gli R12 solo 4. Messa così non è certo un incentivo alla partecipazione o comunque la partecipazione più assidua non viene né riconosciuta né premiata. Fermo restando che gli atleti correrebbero sempre anche se ci fossero gare tutte le settimane (lo diciamo con cognizione di causa avendone interpellati una quarantina e sottoposto a loro un breve sondaggio), si diceva che un calendario più corto, magari di sole 9/10 tappe, sarebbe preferibile, ma assolutamente auspicabile sarebbe anche un punteggio che andasse a premiare la partecipazione oltre che i risultati. Ok per un numero minimo di gare per partecipare alla classifica (quest’anno 6 gare su 13, 6 su 12 per R12/R/A), ma per la classifica finale sarebbe preferibile conteggiare i punti fatti nell’80% delle gare a calendario (per esempio e per copiare il CNO). E, sempre per copiare il regolamento del CNO, anche un premio in punti da riconoscere a chi effettua tutte le tappe potrebbe portare ad una partecipazione più massiva.

Altro argomento riguarda il punteggio che viene assegnato al termine delle due o tre prove che si disputano ad ogni tappa. Per la stagione appena terminata e riferendosi al GPG si attribuiva il punteggio di tappa relativamente alla gara migliore, mentre la stagione precedente il punteggio era dato da una media delle gare disputate. Ora sarebbe da capire cosa si vuole premiare in un circuito di 12/13 tappe (in futuro speriamo meno) e questa domanda è rivolta chiaramente a chi nel GPG sta dalla parte dei bottoni. La specializzazione nelle gare di velocità o fondo è un qualcosa che solitamente matura col tempo quindi se la si vuole premiare già da subito, dalle categorie dei giovanissimi a salire, allora attribuire il punteggio della gara migliore può apparire la soluzione migliore, ma da parte di chi scrive ed anche di chi, atleta, è stato interpellato tramite il breve sondaggio accennato in precedenza, la soluzione preferibile è quella della media delle gare disputate nella singola tappa o, più semplicemente, tutti i punteggi ottenuti. Questo stimolerebbe gli atleti a non specializzarsi da subito e far bene sia nelle gare corte che in quelle lunghe, impegnandosi quindi ad allenarsi e a crescere in modo completo. Capita di rado, ma vedere atleti rinunciatari già dal primo giro nella gara in cui si riesce meno è uno spettacolo poco edificante.

Il regolamento sarebbe opportuno che fosse ben chiaro fin da prima dell’inizio delle gare e che le regole non cambiassero a campionato iniziato. Il riferimento all’attribuzione del punteggio maggiorato per le tappe comuni appreso pochi giorni prima della tappa di Trebaseleghe appare evidente: quest’anno chi aveva deciso di andare alla prima delle tappe comuni (Bellusco) non aveva ben chiaro che il punteggio sarebbe stato maggiore rispetto a quanto previsto dal regolamento GPG. Sapendolo prima avrebbe potuto valutarne la partecipazione con una consapevolezza maggiore. Il fatto che poi la tappa sia stata in parte annullata per la pioggia ha limitato la sorpresa quando la modifica al regolamento è stata fatta in modo retroattivo poco prima della seconda tappa comune di Trebaseleghe. Modifica che per alcuni non era chiara neanche dopo aver disputato la gara perché probabilmente non è stata comunicata sufficientemente bene. Le variazioni ritenute necessarie a campionato iniziato andrebbero approvate previo parere delle società sportive e/o comunque comunicate a tutte le società affinché tutti gli atleti vengano informati in tempo utile.

Per la categoria Esordienti sarebbe interessante si potesse valutare una modifica al tipo di gare al fine di agevolare il cambio di categoria quando si ritroveranno a diventare Ragazzi 12. Delle 3 gare che solitamente disputano, fare per esempio quella che viene considerata la gara “lunga” in pista esterna, con la curva sopraelevata. Per quanto riguarda lo spostamento dell’attrezzatura (finish line) nei tempi che consentano lo svolgersi delle gare entro quanto previsto dal regolamento, bé questo è un aspetto a cui non abbiamo una risposta. Quella più semplice sarebbe rivedere il regolamento oppure, meno semplice perché più onerosa, avere due finish line da installare entrambi prima dell’inizio gare. Noi si propone, poi le eventuali soluzioni saranno da trovare.

Che fine hanno fatto i premi in buoni spesa? Visto che il CNO ha previsto da regolamento anche questo tipo di premiazione, perché il GPG ha fatto una scelta diversa? Più che una critica vuole essere una semplice domanda.

Ok, concludiamo e riassumiamo i punti salienti anche perché ci è stato comunicato che la settimana prossima ci sarà una riunione tra il Comitato GPG e le varie società sportive e ci proponiamo quindi per suggerire il nostro punto di vista:

  • numero tappe del GPG: massimo 10 con 2/3 tappe comuni ci pare una buona soluzione
  • punteggio: lo preferiamo se vengono conteggiate tutte le gare di tappa e non solo la migliore
  • gare valide per la classifica: l’80% delle gare disputate con premio di punti a chi partecipa a tutte le gare
  • regolamento non modificabile una volta cominciato il circuito. Se proprio necessario che vengano coinvolte le società sportive con obbligo di comunicazione tempestiva agli atleti
  • gare in linea in pista esterna anche per gli Esordienti
  • perché non ci sono più i premi in buoni spesa?

2 commenti a “Si conclude il GPG 2024: riflessioni”
  1. Carissimi organizzatori, dirigenti e genitori dei protagonisti di questo circo, voi GPG siete stati i primi a pensare a una tipologia di gare con un grado di difficoltà, preparazione e numeri di livello più basso rispetto a quanto avrebbero dovuto saper fare gli atleti agli allora TANTI trofei Nazionali (ricordo Lusia come una delle tre tappe al vostro inizio).
    Oltre a questo anche le categorie interessate erano soltanto quelle più giovani, gli allievi di sicuro non c’erano, poi sono passati di categoria qualche figlio di organizzatore e le categorie sono aumentate!)
    Una bella idea con un principale obiettivo quello di fornire competizioni più alla portata anche dei meno pronti a livelli più alti.
    Questa sarebbe proprio una soluzione per mantenere numeri importanti nelle società e creare un accesso graduale all’agonismo necessario per la crescita complessiva di ogni atleta.
    Nota: il pattinaggio artistico che non soffre di numeri di iscritti, con la gara, mi sembra, GIOVANI PROMESSE, organizza un campionato adeguato per chi è ancora indietro o solo perché ha iniziato tardi non riuscirà ad inserissi nell’agonismo di alto livello, credo ci siano anche sedicenni?!?!
    Quindi si tratta di organizzare, bene come state da anni dimostrando di saper fare, quello che serve al movimento, a tutto il movimento e a tutti i livelli.
    Tra le osservazioni, tutte plausibili, non si intravede però l’obiettivo a medio e lungo termine.
    Si vuole promuovere il movimento di avviamento all’agonismo?
    Si vogliono costruire i presupposti di crescita TECNICA per alzare il livello medio di tutto il movimento?
    Sono adeguate queste gare così parcellizzate per la categoria allievi che sarà selezionata per il campionato d’Europa (per qualcuno anche Mondiale?)
    Con il vostro BUON SENSO ritenete che sia assolutamente poco adeguato e costruttivo specializzare i giovani, quindi (e secondo il mio punto di vista andrebbe fatto anche per gli R12 e R in campo nazionale) non ci sono specialisti nelle vostre gare ma solo giovani in fase di apprendimento, in un percorso che nessuno sa quanto sarà lungo nella disciplina, quindi il più grande biologicamente è tutto contento che si fanno i 30-50 metri in corsia e il piccoletto che però pattina bene sa che ha qualche speranza in una gara lunga!
    Quasi cinquant’anni fa ai corsi per allenatori i docenti di allora e la letteratura sportiva dicevano: in bambino non è un adulto in formato ridotto, quindi non ridurre percentualmente quello che fa l’adulto, ma pensate a un lavoro QUALITATIVO rispettoso del giovane in crescita.
    Fare tre gare è solo la combinata darà punteggio (anche agli italiani) creerà le condizioni migliori per una crescita complessiva di buoni pattinatori che solo successivamente alle fasi di sviluppo (donne e uomini) sarà un allenamento mirato e gare adeguate a specializzare per l’alto livello.
    Una delle capacità condizionali allenabili anche con i bambini è la resistenza (componente aerobica), da non trascurare rapidità e quanto collegato alle capacità coordinative.
    Quindi dovrebbero essere ripristinate distanze più lunghe nelle quale l’aspetto tattico, le dinamiche all’interno del gruppo si andranno a costruire proprio in queste fasi 8-12 anni, FASI SENSIBILI nelle quali gli apprendimenti sono molto fertili.
    Negli anni 90 quando progettai i percorsi di destrezza, solo una gara era su uno dei percorsi, le altre avevano le caratteristiche che dovremmo recuperare per le richieste del pattinaggio corsa. Fanno la stessa cosa in Colombia!!!
    Da dieci anni ne facciamo tre su percorsi identici solo geometricamente e solo una quella lunga, che per regole fissate da noi adulti, deve essere interpretata nel modo più sbagliato per una gara in linea (di fondo o lunga!)
    Giusta la richiesta della sopraelevata se c’è, ma soprattutto gare nelle quali il bambino/atleta abbia il tempo di pensare, riflettere, scegliere, valutare e rientrare a casa con ricordi che favoriranno nuovi apprendimenti.
    Ultima personalissima osservazione, smettiamola di pensare che con questi percorsi i bambini giochino, anzi in quei pochi secondi non hanno prove di appello,
    Solo due mesi dopo gli stessi faranno gare a punti e eliminazione senza aver attraversato nei quattro anni di pista piana quelle esperienze che se fossero create sarebbero solo da trasferire in uno spazio più grande, quindi più facile!
    Apprezzo il vostro impegno nell organizzare per tenere vivo l’interesse di bambini e famiglie soprattutto ora con quante cose sono da ottemperare, ma l’adulto progetta per il futuro del movimento con aspettative alte future.
    Ultima osservazione, dovreste far partire un circuito dedicato ai più grandi, partendo dagli ALLIEVI che dai 15 anni inizieranno (solo pochi) l’attività internazionale.
    Ancora buon lavoro e pianificate lasciando momenti di costruzione e successiva verifica, così si VERIFICA ogni fine settimana.
    Paolo

  2. Ciao a tutti e grazie sempre per l’organizzazione, tempo ed l’impegno.
    Da genitore e neo dirigente (mio parere personale) sono della idea che gli atleti amano correre veloci e ben venga l’ipotesi di correre più gare in linea e prendere confidenza con le curve paraboliche dove è possibile.
    Non in tutte le tappe ma almeno un a gara lunga a punti oppure ad eleminazione per la categoria esordienti.
    Concordo per i punteggi ed il numero di gare.
    Per il bene del nostro sport ed eventualmente per l’attività della nazionale si può prendere in considerazione la formazione di stage oppure allenamenti congiunti tra società.
    Ma la cosa più importante e che i nostri ragazzi si divertano, lo sport è importante in questa era di social media.

    MARCO

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